Il viaggio dell'acqua nel suolo carsico

Gli Appennini si sono formati circa 20 milioni di anni fa, a partire dall'orogenesi di un territorio le cui rocce sono però molto più antiche. Il territorio appenninico è infatti formato da rocce di tipo calcareo, originatesi a partire dall'era mesozoica, tra il Triassico e il Giurassico (circa 250 milioni di anni fa). È incredibile pensare che il suolo sul quale camminiamo, a quote medie che superano i 1500 metri sopra il livello del mare, nell'epoca in cui i dinosauri dominavano il pianeta si trovava sul fondo di un grande mare tropicale, e quello che avremmo visto sarebbe stato piuttosto qualcosa di molto simile ai reef corallini che possiamo ammirare nel Pacifico. Le rocce carbonatiche degli Appennini, formate principalmente da minerali quali calcite, aragonite e dolomite, hanno un'origine organogena. Queste infatti si sono consolidate a partire dalla deposizione dei gusci da parte di molluschi primitivi quali ammoniti e rudiste. Nell'arco di 200 milioni di anni si è dunque venuto a formare uno strato di circa 1000 metri di roccia carbonatica che, con il sollevamento orogenico, è andato a formare l'ossatura della dorsale appenninica. Queste rocce sono composte da carbonato di calcio, un materiale chimicamente di per sé resistente ma che, a contatto con l'acqua, genera una reazione che lo trasforma in carbonato acido di calcio. Quest'ultimo è facilmente erodibile dall'acqua e dagli agenti atmosferici, che scavano nelle rocce creando profonde cavità come grotte e abissi, di cui gli Appennini sono pieni. Questo fenomeno, noto come Carsismo, fa sì che l'acqua penetri in profondità nelle rocce, generando veri e propri ruscelli che scorrono nelle cavità rocciose, per confluire poi nelle valli o nei pianori dove un substrato argilloso e impermeabile permette all'acqua di rimanere sotto forma di laghi o sorgenti. In questo video siamo andati alla ricerca del viaggio che le acque compiono dalla quota più elevata, scavando attraverso le cavità rocciose e terminando la loro corsa nei grandi pianori, vere e proprie riserve idriche e luoghi di sorgenti appenniniche.

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