L'utilizzo della segnaletica orizzontale nel bosco

Capita di frequente, attraversando un sentiero nel bosco, di imbattersi in bivi, trivi o addirittura quadrivi, a volte poco intuitivi per la prosecuzione del nostro cammino.

La fitta vegetazione, spesso omogenea, riesce a far perdere il senso dell'orientamento, e imboccare una diramazione che porta fuori dal sentiero ufficiale non solo ci fa perdere tempo prezioso, ma ci costringe ad utilizzare energie in più per poter poi ritrovare la giusta strada, senza contare che il nostro corpo, quale macchina perfetta, non ci viene sempre in aiuto: il tempo che scorre inesorabile (che magari significa ore di luce che perdiamo),i rumori di fondo del bosco e l'aggiunta della fatica fisica possono innescare alcune reazioni, come la produzione eccessiva di adrenalina (il neurormone del "pericolo"), che rischiano di avere pericolose conseguenze a livello psicologico, e di innescare un vero e proprio blocco da panico.

Come fare allora a prevenire una potenziale situazione come quella che stiamo descrivendo e che potrebbe degenerare in un pericolo per la nostra incolumità?

Le prime "armi" che ogni escursionista dovrebbe sempre avere con sé (e saperle usare!) sono quelle più classiche: una carta topografica della zona e una bussola. Nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante anche nel settore dell'outdoor, dovremmo infatti tenere presente che applicazioni e carte digitali sono si utilissime, ma che tutti questi strumenti sono molto più precari di quello che spesso pensiamo: un telefono o un GPS possono rompersi (e guarda caso potrebbe succedere proprio nel fatidico giorno della nostra uscita!) o, più semplicemente, un'applicazione può non funzionare o avere un margine di errore notevole perché non c'è segnale nel bosco. La strumentistica "materiale" è invece sempre a nostra disposizione, e una volta individuata la nostra posizione in carta e orientata la carta attraverso la bussola, saremo in grado di seguire la nostra rotta.

Può capitare tuttavia di avere comunque dei dubbi quando, arrivati ad esempio ad una biforcazione, non sembra così evidente quale sia la prosecuzione del nostro sentiero.

Per questo motivo il CAI (Club Alpino Italiano) attraverso le sue sezioni locali, viene in aiuto all'escursionista con la segnaletica orizzontale o, come spesso viene chiamata, "segnaletica di conforto "...e se viene dato questo nome, è proprio perché questi segnali ci rassicurano sul fatto che stiamo percorrendo un sentiero ufficiale CAI, e che sicuramente ci porterà alla nostra destinazione.

La tipologia più frequente di questi segnali che possiamo trovare nel bosco sono i classici bicolori biancorossi verniciati sugli alberi, come quelli del video, oppure sulle rocce, se in quel tratto il bosco è più diradato e il terreno è più roccioso.

La loro funzione è quindi semplice ma essenziale per l'escursionista, tanto più se, alzando lo sguardo e osservando ad una distanza di 200-300 metri, scorgiamo il segnale successivo. Così facendo saremo sicuri che, non solo ci troviamo sul sentiero giusto, ma quel sentiero continuerà nella direzione del prossimo segnale biancorosso, visibile nel nostro raggio d'azione.

La conoscenza della segnaletica orizzontale si rivela quindi uno strumento essenziale ed imprescindibile per chiunque voglia approcciare all'escursionismo, o voglia anche solo cimentarsi in una camminata rigenerante dentro un bosco, con la sicurezza di non perdere mai...la strada giusta!

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